Hanno condiviso le mie parole

giovedì 2 febbraio 2012

ELISABETTA


Elisabetta aveva da poco compiuto 26 anni,un lavoro come segretaria che le piaceva il tanto che basta e le dava da vivere,un rapporto collaudato da ormai 8 anni..insomma una vita tranquilla.
In compagnia di una cara amica aveva da poco cominciato ad uscire con un gruppo di ragazze molto simpatiche,e non era affatto dispiaciuta di fare nuove amicizie.
Una sera ad una specie di festa fece la conoscenza di Sara.
Sara aveva una quarantina d’anni e da quel che le dissero era una professionista di ottimo livello e con un adeguato tenore di vita.
Era una persona molto affascinante,con uno sguardo magnetico,piuttosto bella e sensuale,e sempre vestita in maniera impeccabile.
Anche quella sera indossava una mise che le stava molto bene,e non passava certo inosservata.
Elisabetta ne fu affascinata,parlarono a lungo di tante cose,e alla fine si scambiarono il numero di cellulare con la promessa di vedersi per un caffe’ insieme.
Qualche tempo dopo Elisabetta ricevette la telefonata di Sara e decisero di cenare insieme.
La serata fu piacevole per entrambe,parlarono e scherzarono a lungo.
Elisabetta si accorse che Sara rappresentava un po’ quello che lei avrebbe desiderato essere a 40 anni,sicura di se’ e di successo.
Inoltre Sara le parlava dolcemente e la chiamava sempre Elisabetta,non Betty come facevano tutti..nessuno la chiamava col nome intero in effetti,neanche i suoi genitori..e questo le piaceva,le dava un po’ l’impressione che Sara fosse unica.
La sensazione era un po’ strana per Elisabetta,in vita sua non aveva mai provato alcunche’ per un’altra donna..ma si convinse che la sua era solo ammirazione.
Dopo la piacevole serata si lasciarono con la promessa di rivedersi.Tra le tante cose di cui avevano parlato Sara aveva detto di avere una vera e propria passione per la biancheria intima,ne aveva molta e di vario genere,complice anche un’amica che aveva un negozio di intimo.
Cosi’ la volta successiva in cui uscirono Sara disse ad Elisabetta che le sarebbe piaciuto regalarle un completo intimo per il Natale che era ormai prossimo.
Elisabetta rimase un po’ perplessa per questa richiesta,ma non se la senti’ di rifiutare,aveva paura di sembrare scortese con Sara,e di rovinare questa amicizia appena cominciata,cosi’ disse di si.
Sara sembro’ esserne contenta,e qualche giorno prima di Natale chiamo’ Elisabetta dicendole di passare al negozio della sua amica per ritirare il suo regalo.
Il giorno seguente Elisabetta mentre si dirigeva verso il negozio sentiva una strana agitazione crescerle dentro,una specie di angoscia e paura che non riusciva bene ad inquadrare.La commessa le diede il pacco che era stato pagato e lasciato a suo nome,ed Elisabetta usci’ in fretta dal negozio,si accorse di essere un po’ imbarazzata.
Tornata a casa si chiuse nella sua camera e apri’ il pacco,accorgendosi di avere il cuore che batteva piu’ in fretta del normale.
Vide subito un biglietto scritto a mano,e lo lesse mentalmente..diceva “Ciao Elisabetta,spero che il completo ti piaccia,le misure dovrebbero essere giuste,ho un certo occhio..se ti sta bene vorrei che lo indossassi la prossima volta che ci vediamo..mi piace sapere che lo indossi per me...auguri Sara”
Elisabetta lo rilesse due volte..si sentiva agitata,strana..la frase “lo indossi per me” gli rimbalzava nella testa..trasse due lunghi respiri e tiro’ fuori il completo dalla scatola.
Era nero,decisamente sensuale..un perizoma in pizzo molto sgambato,un reggiseno con inserti in pizzo e trasparenze nei punti giusti..il tutto completato da un paio di autoreggenti nere,che valuto’ essere non piu’ di 15 den.
Si vedeva che era di qualita’ e sicuramente non a poco prezzo...le piaceva,senza dubbio..decise di aspettare che i suoi genitori andassero a letto per evitare di essere disturbata e lo provo’..lo indosso’ lentamente e si guardo’ allo specchio..non era sempre entusiasta del suo corpo,aveva le gambe un po’ tozze e i fianchi un po’ grandi,almeno secondo lei..pero’ quel completino le stava decisamente bene,metteva in evidenza i suoi punti migliori e si adattava bene alle sue curve.
Penso’ che Sara sapeva il fatto suo e dimostrava un ottimo gusto..decise cosi’ che il giorno dopo l’avrebbe chiamata per ringraziarla.Cosi’ l’indomani Elisabetta la chiamo’,le disse che il completo le era piaciuto e la ringrazio’.
Sara ne fu contenta ma non fece particolari commenti.
Per un po’ non si sentirono,tra le feste di Natale e tutto il resto.
Elisabetta si chiese come mai Sara non si faceva sentire,e dopo un po’ smise quasi di pensarci,finche’ una sera Sara la chiamo’ e le disse se era libera il sabato sera per “la nostra cena”,cosi’ disse.
Elisabetta disse di si e Sara concluse la telefonata dicendole “ricordati il mio regalo...”.
Cosi’ la sera stabilita Elisabetta si vesti’ indossando il completino di Sara,si guardo’ a lungo allo specchio pensando che le stava proprio bene,sentiva di essere un po’ agitata e pensierosa sull’andamento della cena. Andando in auto al ristorante Elisabetta non pote’ fare a meno di notare che Sara era vestita molto bene,sensuale ed elegante come sempre,coi capelli raccolti e gli occhiali che le davano un’aria quasi austera. La cena si svolse molto tranquillamente,parlarono come sempre di tante cose,ma Sara non fece il minimo accenno al completo,ed Elisabetta ne fu quasi delusa,ma forse anche un po’ sollevata.Infine dopo il caffe’ quasi pronte per andarsene,Sara prese un foglio dalla borsa e comincio’ a scrivere qualcosa..quando ebbe finito lo piego’ a meta’ e lo diede a Elisabetta con un sorriso.
Lei lo prese,lo spiego’ e lo lesse mentalmente..rimanendo senza fiato,senti’ le guance avvampare e penso’ di essere arrossita in maniera evidentissima. Sentiva il cuore battere a mille,non aveva il coraggio di alzare lo sguardo e incontrare quello di Sara che si sentiva addosso penetrante come la lama di un bisturi  Il biglietto era breve ma chiaro,diceva:”Elisabetta,voglio che tu ti alzi,vada in bagno,ti strusci le “mie” mutandine a lungo sul tuo sesso,finche’ siano pregne del tuo dolce sapore,ma non voglio che tu arrivi all’orgasmo. Poi voglio che tu le tolga,torni qui e me le consegni.”
Elisabetta sedeva come paralizzata,e rimase in questo stato per alcuni interminabili secondi,senza alzare lo sguardo..un parte di sè voleva alzarsi e dire a Sara “tu sei fuori!”,ma si accorse che una parte di lei invece voleva ubbidire a Sara e non deluderla..mentre la testa le turbinava di pensieri,infine decise di alzarsi e andare in bagno,se non altro per non sentirsi piu’ addosso lo sguardo di Sara e togliersi dall’imbarazzo. Cosi’ si alzo’ e senza mai guardare Sara negli occhi si diresse verso la toilette. Si chiuse in un bagno libero e cerco’ di respirare a lungo..penso’ alla malinconia che a volte la prendeva,alla voglia di un qualche brivido che ogni tanto affiorava prepotente in lei..cosi’ decise di farlo,decise che avrebbe accontentato Sara e forse anche sè stessa. Si abbasso’ la gonna e comincio’ a strusciare il perizoma sulla sua fichetta..capi’ che non avrebbe dovuto farlo a lungo,perche’ si scopri’,con un certo stupore,gia’ completamente fradicia dei suoi umori,si accorse di avere una voglia matta di godere ma Sara le aveva detto di non farlo,e anche se non sapeva come potesse accorgersi se lei veniva o meno,decise che avrebbe accontentato Sara alla lettera,cosi’ smise di strusciarsi,si tolse le mutandine e un po’ a malincuore si rivesti’.Evito’ di guardarsi allo specchio e di lavarsi le mani,cerco’ di nascondere le mutandine in mano meglio che poteva,trasse un bel respiro e usci’ dalla toilette. Vide Sara che la guardava sorridendo,e le venne istintivo abbassare lo sguardo..si sedette,e vide che Sara le porgeva la mano da sotto il tavolo. Cosi’ allungo la sua e mise le mutandine in mano all’amica,il ristorante era ormai semivuoto e nessuno faceva caso a loro. Prese coraggio e guardo’ Sara,la quale,senza mai distogliere lo sguardo dal suo,con nonchalance avvicino’ la mano che conteneva gli slip di Elisabetta al naso,e sempre guardandola negli occhi trasse un respiro profondissimo riempiendosi le narici dell’odore di Elisabetta,di cui il perizoma era impregnato.
Elisabetta a questo gesto inaspettato si senti’ di nuovo avvampare e di nuovo abbasso’ lo sguardo.
Sara aveva nel frattempo pagato il conto,cosi’ disse “andiamo Elisabetta”,e mentre le porgeva il cappotto le sussurro’ all’orecchio “hai un buonissimo odore Elisabetta..” e cosi’ lei avvampo’ nuovamente,sicura di essere arrossita come non le succedeva forse da anni.Il viaggio di ritorno fu abbastanza silenzioso,Sara lascio’ che la radio facesse da sottofondo,mentre Elisabetta era persa nel turbinio dei suoi pensieri.
Giunti a casa di Elisabetta,Sara si avvicino’,le diede un bacio sulla guancia,e le sussurro’ “le tue mutandine te le restituisco la prossima volta,Elisabetta..stasera potrei aver voglia di farne buon uso..”..di nuovo Elisabetta avvampo’,farfuglio’ un qualcosa del tipo “uh...ok..mm..ciao” e usci’ dall’auto quasi correndo..Sali’ le scale a passo veloce,entro’ in casa e si chiuse in camera sua..rimase a lungo seduta sul letto,sapendo che quella notte non avrebbe dormito granche’, troppo forti erano state le sensazioni di quella sera..e soprattutto la domanda che le rimbalzava in testa con sempre maggior intensita’..”cosa vorra’ la prossima volta? Ma..ci sara’ una prossima volta?”...
AndyCam, 2007

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