Hanno condiviso le mie parole

domenica 12 febbraio 2012

SMS



Il cellulare mi ha avvisato illuminandosi dell'arrivo di un sms. E' il suo numero. Lo riconosco.
"Ti voglio senza mutandine. Metti la gonna". E' un ordine perentorio. Ed io mi sento già umida. Rifletto qualche momento se soddisfarlo oppure sfidarlo per ottenere una piacevole punizione. Ma l'idea mi piace e decido di ubbidire. Metto quindi una gonna non troppo corta ma che dietro ha uno spacco piuttosto alto e non infilo le mutandine. Prendo l'autobus per raggiungere il luogo dell'incontro, come ogni volta. E' pieno di gente a quest'ora e siamo tutti pressati. Mi infastidisce un po' tutta questa gente intorno, ma tutto sommato non ci faccio caso, poichè i miei pensieri sono concentrati nel cercare di indovinare il motivo del suo ordine.
Ad un tratto sento una mano sui miei glutei. Non li sfiora appena, li afferra a palmo pieno premendo leggermente. Arrossisco violentemente, ma non ho il coraggio di reagire. Come faccio adesso?
Afferra i miei fianchi e li stringe con forza facendo premere il mio culo contro il suo bacino. Sento la sua poderosa erezione premermi contro le natiche. Ora non ho più paura. Sono eccitata.
Mi ritrovo ad assecondare il dondolio dell'autobus sfregandomi contro di lui. 
Mi sussurra in un orecchio: "Lo vedi che sei una lurida troia?"... 
Avvampo. E sento le mie cosce bagnarsi...
La sua mano si insinua nel mio spacco, la sento risalire lungo l'interno della gamba, fino a solleticarmi le labbra con la nocca del pollice.
Socchiudo gli occhi e mi mordo il labbro. 
E' pieno di gente intorno. Non posso farmi notare e non voglio che lui smetta. 
"Senti quanto è bagnata la tua figa, Alice, lo senti?". Faccio un impercettibile segno di assenso con la testa. E' un sussurro, eppure temo che qualcuno intorno stia ascoltando. Oppure ne sono eccitata. Comunque sia non mi ribello.
Lo soddisfa questa mia sottomissione, il mio essere soggiogata al suo volere.
La sua mano si è ormai fatta strada e sento le sue dita insinuarsi dentro di me con facilità. Quasi scivolandovi dentro. I miei muscoli si contraggono di piacere intorno alla sua mano.
Un dito si muove a titillare il mio clitoride, mentre le altre si muovono in modo non simultaneo dentro di me. Mi sento mancare e mi appoggio con la schiena contro di lui per non cadere.
Il movimento della sua mano si fa più costante. Sono sopraffatta dal piacere eppure non posso lasciarmi andare. Tutto questo mi frustra e mi eccita contemporaneamente. Lui è cosciente del mio piacere che aumenta al suo tocco. "Godi per me, puttana, godi per me...".
I muscoli della mia vagina si contraggono ritmici contro le sue dita, il mio corpo è scosso da un orgasmo che cerco invano di contenere. 
Sfila con delicatezza la mano dall'interno delle mie gambe e mi abbraccia a sostenermi. Appoggio morbidamente la testa alla sua spalla. "Brava, Alice, brava...".
So che è soddisfatto, per ora, ma non tarderà di esigere il suo piacere. 
"Scendi alla prossima fermata" mi ordina. E' fatto così. Dalla dolcezza agli ordini risoluti. Dalla tenerezza alla durezza. Sa che mi eccita e mi esalta. 
L'autobus ferma la sua corsa e, all'apertura delle porte, scendo dal mezzo. 
"Ora seguimi".
Faccio segno di sì con la testa e lo seguo incuriosita. Non conosco questa zona della città. 
Attraversa un cancello che delimita l'ingresso di un parco pubblico e non si ferma. Non si volta nemmeno a controllare che io gli sia dietro, non so dire se perché sappia riconoscere il rumore dei miei passi o perché è totalmente sicuro della mia devozione. 
Prende un sentiero a passo deciso e si addentra più in fondo al parco. La gente intorno è sempre meno. Il rumore sempre più lontano. Come se non fossimo più parte della città.
Rallenta, si guarda intorno e poi mi afferra per il polso. "Vieni!".
Mi trascina dietro una siepe dove c'è un piccolo manto erboso poco esposto a sguardi indiscreti.
Mi guarda negli occhi. "Ti voglio. Qui. Adesso." 
Mi sento sciogliere per il calore delle sue parole.
Mi afferra i capelli, li spinge contro la nuca e preme la sua bocca sulla mia. Adoro quando mi bacia. La sua lingua sa portarmi in estasi. Premo tutto il mio corpo contro il suo, voglio che senta quanto lo desidero. Appoggio la mia mano sulla patta dei jeans e sento il suo cazzo duro sotto le mie dita. 
Emetto un gemito di piacere e lo massaggio attraverso la stoffa. Sento il suo corpo reagire alle mie carezze e questo mi dona un esaltante senso di potere.
Slaccio i pantaloni e con trepidazione li abbasso insieme ai suoi boxer inginocchiandomi di fronte a lui. Il suo cazzo è sollevato ad angolo retto di fronte al mio viso. Lo guardo maliziosa mentre, accompagnandola con la mano, accolgo la cappella fra le mie labbra. 
Lui socchiude gli occhi per godersi la sensazione. Io disegno spirali con la lingua.
Le mie mani accarezzano l'asta e le palle, mentre la lingua gioca con la punta del suo cazzo. 
Afferra la mia testa con le mani e accompagna il mio movimento ritmico. "Succhia, Dolcezza, succhia...." .
La mia mano destra continua a muoversi a cadenze regolari sul suo uccello, mentre la mia lingua scende a stuzzicare i testicoli. Li lecco, li succhio soddisfatta dai suoni di piacere che lo sento emettere.
"Ora basta, Alice, non essere ingorda. Voglio scoparti!". Sorrido provocante. 
Lui si inginocchia, mi sfila la maglia e comincia a toccarmi attraverso il reggiseno. Estrae i seni dalle coppe e strizza leggermente i capezzoli fra le dita. Poi, sostenendoli, li solleva verso la sua bocca sussurrando "Le tue tette mi fanno impazzire..." per poi cominciare a succhiarne famelico i capezzoli a turno. Con le mani accarezzo i suoi capelli mentre rovescio la testa indietro per far sporgere ancora di più i seni verso la sua bocca.
La voluttà della sua lingua sulle mie tette mi fa impazzire ma lui interrompe nuovamente il gioco per farmi adagiare supina sul prato. Mi solleva la gonna sui fianchi senza fatica, poi mi allarga le ginocchia piuttosto rude. Sono completamente esposta al suo sguardo. Lui fa un ghigno di potere, poi affonda il suo volto fra le mie cosce. Mi sfugge un gridolino di sorpresa. La sua lingua dischiude le mie labbra senza difficoltà, poi sale un po' a giocare con il mio clitoride gonfio di desiderio. Lo succhia e lo mordicchia piano. Poi scende nuovamente a penetrarmi con la sua lingua. "Sei buona, tesoro... squisita..." e nasconde nuovamente il volto tra le mie gambe. I miei umori sono sul suo volto ed io mugolo di godimento.
Tutto ad un tratto si solleva e appoggia le mie caviglie sulle sue spalle per poi affondare il suo cazzo completamente dentro di me, in un solo colpo deciso.
Ride un po' della mia espressione sorpresa, poi il suo volto torna a farsi famelico. Comincia a muovere il bacino con forza, sbattendo il suo inguine contro il mio. La mia figa umida permette al suo cazzo di muoversi agevolmente dentro e fuori, dentro e fuori...
Sento l'orgasmo montare e spingo il bacino per rendere la penetrazione più profonda poi, facendole scivolare dalle sue spalle, gli cingo i fianchi con le mie gambe. 
Afferro le sue spalle, puntellando le dita con le unghie nella sua pelle. "Così, ti prego, così..."...
Il mio orgasmo arriva pochi attimi prima del suo, i nostri corpi si muovono egoisti e generosi per prolungare il piacere, vogliosi di mischiare i nostri umori come in un loro esclusivo e nuovo amplesso....
francy la strega, 2006

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