Hanno condiviso le mie parole

martedì 19 giugno 2012

OBBEDIENZA


Obbedienza era una parola che pensava di conoscere. Obbediente era convinta di esserlo diventata ormai da tempo.
Avrebbe portato per sempre impressa nella memoria la risata, velata di sottile ironia, in cui lui era scoppiato il giorno cui con la voce strozzata dal pianto gli aveva detto “Ma non capisci che quello che provo per te va al di là dell’amore? Io ti sono devota!”
“Devota, bambina mia?” – aveva risposto lui ridendo – “non usare parole di cui non conosci il significato, ne hai di strada da fare prima di comprendere cosa sia la Devozione”
E se n’era rimasto lì, in silenzio, a gustare le sfumature delle mille emozioni impresse sul volto di lei. Le lacrime trattenute negli occhi non erano certo di dolore. Sparita ogni traccia del tormento espresso solo un attimo prima, esse tradivano invece tutta la collera che la giovane provava per essere stata nuovamente derisa nei suoi sentimenti… le era costato così tanto trovare ed ammettere quelle parole… ed ora lui le liquidava, la liquidava, con un sorriso ironico e parole di scherno.
Bambina, in particolare, era la parola che non sopportava.
Avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto trovare il coraggio di avventarsi su di lui con tutta la forza che aveva, desiderava con ogni fibra del suo essere fargli del male, del male fisico, affinchè lui sentisse cosa si prova quando la persona che ami di più al mondo ti lacera le carni dell’anima senza il minimo riguardo.
Avrebbe voluto… ed invece si limitava a trattenere le lacrime negli occhi, ammantata di un orgoglio e di una dignità che non sapeva di possedere.
Dall’altra parte di quel legame, gli occhi di Lui ostentavano una calma in realtà provata solo in parte. Lo sguardo posato su di lei ne saggiava ogni emozione, potendone quasi sentire le vibrazioni della battaglia interiore che vi si stava svolgendo.
Quante volte era arrivato a quel punto? Quante donne avevano promesso di essere ciò che nessun’altra sarebbe mai stata? Ed eppure nessuna aveva saputo accettare di abbandonare l’Anima completamente nelle Sue mani. Orgoglio, egoismo, presunzione… per questi ed altri mille motivi ciascuna prima o poi se n’era andata lasciandogli in bocca l’amaro sapore dell’ennesimo fallimento. Ed ora, per l’ennesima volta, la sua Anima attendeva l’esito della battaglia che si stava svolgendo dall’altra parte di un legame che i fili del Destino avevano intrecciato. Guardava quegli occhi colmi di trattenute lacrime e attendeva di sapere se a spuntarla sarebbe stato l’orgoglio individuale o il Loro legame.
Furono attimi che parvero durare un’eternità quelli che lei lasciò passare prima di dire, con voce acrimoniosa e tuttavia sincera “E allora avanti, spiegami cos’è la Devozione. Imparerò anche questo!”
La sua Anima aveva trattenuto il respiro, ma Lui non se ne accorse fino a quel momento… aveva vinto!... il Loro legame aveva vinto sull’IO individuale della donna… l’aveva Trovata!
Avrebbe voluto prenderla tra le braccia e stringerla con tutta la forza che aveva in corpo, ma sapeva che lei non avrebbe compreso… le loro Anime si erano legate seguendo l’eco di un antico richiamo, ma la donna era ancora troppo giovane per comprendere ciò che erano destinati ad Essere l’uno per l’altra. Avrebbe dovuto attendere il momento giusto… e fino al allora avrebbe dovuto guidarla tenendola saldamente per mano, lasciando alla sua Anima il tempo di prendere coscienza di quello che era il suo divenire.
“E brava la mia bambina, brava la mia bambina… hai vinto tu tra tutte piccola mia, farò di te La Mia Schiava”
Silenzio.
Inconsapevole di ciò che stava avvenendo nell’animo di Lui, gli occhi di lei si spalancarono all’improvviso dimentichi delle lacrime che cercavano di trattenere.
“Farai di me… La Tua Schiava?”
“Tra tutte ho scelto la migliore”
La donna avrebbe voluto controllarsi, ma era troppo giovane ed aveva atteso per troppo tempo quelle parole per riuscire a trattenersi oltre. L’animo esultava per ciò che Egli aveva infine riconosciuto e tuttavia non riusciva a trattenere il dolore per ciò che nell’attesa aveva patito. E incapace di reggere oltre quei sentimenti contrastanti, urlando scaraventò su di Lui tutta la rabbia che aveva tenuto dentro per anni.
“La Tua Schiava… diventerò La Tua Schiava… E cosa sono stata per te in questi anni? Hai idea di cosa mi hai fatto sopportare per tutto questo tempo? Lo sai come si sta a stare come hai fatto stare me? Tutti i tuoi ordini, tutti i tuoi silenzi… tutte le tue donne!... E non sono forse sempre stata qui? Sono forse mai andata da qualche altra parte io? E adesso, soltanto adesso, mi dici che posso essere La Tua Schiava? Cosa sono stata finora per te?”
“La migliore”
“Di’ un po’… mi hai preso forse per una vacca in vendita alla fiera del paese? Ti posso dire una cosa? Ma proprio con tutto il cuore?”
“Dimmi”
“Ma vaffanculo!”
Un istante dopo lei si sentì libera. Fino a quel momento non si era mai accorta di essere incatenata ai dolori che nella sua posizione di slave si era autoimposta… aveva sopportato ordini e silenzi con eguale spirito di abnegazione ed aveva assistito alla passerella delle donne di lui soffrendo di un dolore così intenso da toglierle, insieme al respiro, anche la voglia di vivere. Ed ora nella sua mente e nel cuore di quei tormenti non v’era traccia.
Per la prima volta riusciva a leggere con chiarezza l’intensità del legame che li univa, riuscendo a vedere al di là di fatti ed azioni. Quell’Anima di cui tanto aveva parlato e su cui tanto aveva favoleggiato riusciva per la prima volta a Guardarla sul serio. Nuda di fronte a sé stessa, per la prima volta Comprendeva cosa fossero l’una per l’altra e dove egli l’aveva portata.
Gli occhi di Lui s’illuminarono in un caldo sorriso di comprensione.
“Brava” le disse semplicemente
E lei, sorridendo a sua volta, finalmente priva di veli chiese “Ma quanta pazienza hai avuto con me?”
“La pazienza inizia adesso bambina”.

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