Hanno condiviso le mie parole

lunedì 3 giugno 2013

FANTASIE

Mi hai semplicemente dato un ordine: le spalle tienile di fronte alla porta e non parlare. Nessuna parola Elena. Terrai gli occhi chiusi. nessuna parola.
Sono arrivata da te che la testa era in fermento. Ronzava che sembrava un moscone dentro una bottiglia vuota. Ronza e non troverà mai l'uscita.
Non indosso biancheria intima e già questo per me significa eccitazione.
Lo sai bene e infili una mano per sentire quanto sono bagnata. Mi bagno ancora di più al tuo contatto, come se si sciogliesse il burro accanto al fuoco. Sulla porta mi sollevi i capelli, lentamente, mi annusi e baci più volte il mio collo. Diventano piccoli morsi quei baci e continui a frugarmi in cerca di un piacere che è appena iniziato. Una benda di seta copre i miei occhi. Non sapere che succederà mi da un brivido dalla nuca alle reni. Sorrido nel sentirti sistemare la benda. Mi guidi per mano e mi fai piegare. Tocco qualcosa di morbido e caldo. Sembrerebbe una gamba di uomo. Nessun rumore solo una specie di respiro profondo. Mi lasci la presa e non dici niente. So che osservi.
Comincio a sfiorare la persona che ho davanti e capisco che è seduta, le avvicino il volto per capire che odore ha, che sesso , prima di toccare con mano l’incontestabile. I miei capelli mi seguono e accarezzano la pelle sconosciuta. Sento un sospiro maschile. Non è il tuo. Comincio a sfregare la faccia ma non sul suo sesso, pelle contro pelle.
Nel frattempo accarezzo le sue gambe, sentire come si contraggono i suoi muscoli al mio tocco è meravigliosamente eccitante. Qualcuno mi solleva la gonna da dietro, sei tu, e mi tocchi di nuovo, sembra quasi che tu voglia controllare se sono bagnata, come per tastare il mio
grado di eccitazione, tenerlo sotto controllo, gustarlo per cavarne tu stesso piacere.
Mi sento una mano sulla testa che spinge verso il basso. Docile comincio a leccare un cazzo già eccitato oltre misura. Non so a chi appartenga, non so nulla di quello che accade, so solo che mi eccita da impazzire, mi fa perdere ogni pudore, ogni freno.
La mano sulla mia testa... nè troppo pesante, nè troppo leggera, sa guidarmi, come se conoscesse la forza e la dolcezza. Adoro quando la mano di un uomo mi da il ritmo sulla testa.
Ingoio il cazzo. Lo faccio uscire ma lo tengo in mano, muovendolo, intanto gioco con i suoi testicoli, li lecco, li mordo leggermente, infilo il naso tra le sue gambe fino a sentire come le apre, come si spalanca davanti a me, lecco e sento il suo, lo solletico, gioco sapendo da come pulsa il suo sesso come lo sto eccitando.
Il suo cazzo nella mia mano si muove da solo. Sempre più grosso.
Non so se quell'uomo mi vede o se è bendato, non mi interessa molto a dire il vero. Quel ronzio che avevo nella testa non smette... il moscone nella bottiglia continua a sbattere senza sosta contro le pareti di vetro.
Mi chiedo che cosa stia facendo il mio Signore, padrone della mia mente ed ora del mio corpo. Non lo sento più. Non parla e non si muove. Non mi tocca. Mi fermo, annuso l'aria, cerco ogni minimo rumore per decifrare la sua presenza, per capire dov’è.
“lLccalo” mi sento dire e la sua mano, adorata mano, mi abbassa la testa sul cazzo sconosciuto.
Lecco. Ingoio fino alla gola, fino a sentire dei conati e mi bagno come una cagna in calore pronta per essere montata. Il mio padrone mi masturba la fica, le sue dita scivolano, toccano, cercano, dilatano, prendono. sono così folle di piacere che vorrei sentirla tutta la sua mano, entrare dentro di me... esplorarmi... sentirmi scoppiare piena di lui. Ma non entra con la sua mano, sa che mi fa morire, che mi piace quando mi prende così. Ma aspetta, il tormento è piacere, il desiderio di aspettare è orgasmo che è iniziato sulla porta e non vuole smettere.
Ricomincio a leccare, colo saliva sul cazzo ed espongo il culo al mio padrone, lui lo sta preparando. Esplode il mio orgasmo, non ricordo quanti sono stati in pochi minuti, non li conto... so solamente che sto godendo senza fermarmi. 
“No piccola” dice”non ancora. Lecca per bene su, apri la bocca, fallo sborrare come sai fare, avanti, su, fagli vedere com’è brava la mia cagna, la mia troia” le sue parole mi scatenano, non capisco più che sto facendo, sento solo delle sue mani che mi toccano ovunque e capisco che l’uomo a cui sto leccando il cazzo è legato alla sedia, che non può toccarmi o non vuole o non gli è permesso dal mio padrone. Finalmente lui sborra sul mio viso, mentre la mia lingua bagna ogni centimetro dell'inguine di quello sconosciuto e la sua sborra cola dai miei capelli e in quel momento sento penetrare il mio culo, si apre come un fiore al sole. Lo sento entrare, spingersi dentro... forzarmi, muoversi.Io non ho mai gridato il mio piacere, non so gridarlo. per pudore, per educazione, per indole forse. Una vita intera intera ho aspettato, sperato, voluto farlo ed adesso... adesso, da cagna, lo grido, senza vergogna, senza pudore... con un crescendo che pulsa nelle mie tempie... Urlo di dolore e piacere.
Mi tira i capelli e mi dice. ”Era questo? Era questo che volevi? Come sborra un uomo sul tuo viso?
Io non capisco nemmeno più dove siano la mia fica ed il mio culo, il confine è scomparso sotto le scosse di piacere che sto provando.
Mi viene tolta la benda dagli occhi e vedo uno sconosciuto che mi sorride.
Il mio padrone è in piedi al mio fianco. Chi mi sta alle spalle non ha volto. Vorrei morire per la vergogna, per essere stata folle e sua. Ma sono eccitata. Eccitata come una troia. Non so che cosa possa accadere ora, ma se c’è Lui posso stare tranquilla. Sorrido lievemente... e a me stessa ammetto: lo sapevo che chi mi stava inculando non era il mio Signore.


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