Hanno condiviso le mie parole

martedì 14 febbraio 2012

PIOGGIA


Ore 8.30, fermata 15. Oggi voglio che sia la mia giornata, mi prendo un giorno tutto per me, ne ho bisogno visto le vicissitudini dei giorni precedenti, mi faccio un giro in centro sola e mi dedico al nulla. Fermata piena di gente, comincia a fare freddo, l’inverno è proprio arrivato, sono uscita senza ombrello chissà se pioverà. Ecco, perfetto, temporale in arrivo e pioggia a dirotto, all’improvviso un tuono squarcia il cielo e scende l’acquazzone. Da manuale, tutti a correre sotto le pensiline, cerco di ripararmi anch’io anche se mi piace la pioggia che scende e i temporali mi elettrizzano. Sorrido tra me e me.. forse anzi palesemente , qualcuno mi guarda e chissà che sta pensando. Arrivato, si sale, è già pieno , mi metto al centro al grande finestrino, mi piace guardare fuori, mi sento euforica, elettrizzata, sarà il temporale? Fermata 21 , ad ogni sosta guardo chi sale e chi scende sono una curiosa impenitente ma ora forse più per riflesso condizionato che altro, sto per immergermi nei miei pensieri quando qualcuno attrae irrimediabilmente la mia attenzione. E di chi sono questi profondi occhi neri che mi stanno venendo incontro? Non riesco a smettere di guardare quell’uomo un po’ fuoriposto con il suo cappotto elegante e lo stile di altri tempi che avanza alla ricerca di un vitale spazio. Mi guarda, forse si sentiva osservato, elettricità nell’aria.. se continua a guardarmi così … Abbasso lo sguardo,credo di essere persino arrossita, l’ipotesi mi imbarazza ulteriormente, rialzo lo sguardo un attimo e un sorriso sornione si affaccia su quella meraviglia, sta forse godendo del mio imbarazzo? Strano però, in genere sostengo gli sguardi tranquillamente, beh più che guardarti però lui sembra sprofondarti dentro. Cerco di distrarmi ma non riesco a non chiedermi chissà com’è il profumo della sua pelle, quasi ,quasi mi avvicino e lo annuso, mi viene da ridere, mi stringo nel cappotto e guardo fuori. Piove… Ok tentativo inutile per non pensarci, neanche non avessi mai visto un uomo prima, certo che lui ne sembra l’essenza, uhm chissà che sapore ha. Alzo gli occhi lo cerco , dov’è finito, non sarà mica sceso?Sto per mordermi le labbra con un pizzico di dispiacere quando sento una presenza dietro di me, è lui lo sento.. oddio lo sento, magari.. mi volto lentamente… E’ lui.. e mi guarda con quegli occhi così profondi che sembra dirmi ..lo so ..lo so che sei già mia. Che impertinente, mi volto con disappunto ma chi si crede di essere ? Beh forse quello che è. Ma sì, pensiamo ad altro. E’ si, comincia proprio a fare freddo, sono vestita troppo leggera ho le gambe congelate stamattina il vento sembrava entrarmi da sotto la gonna per sferzare sulla mia pelle e nuda e poi questo perizoma è troppo piccolo ma mi piace così tanto.. Ah come vorrei essere in un posto caldo, vediamo, dove? Al mare? In un caldo chalet di montagna? Una bella sala da the? Un qualsiasi posto con questo splendido esemplare di maschio che sta cominciando a strisciarsi contro di me? Contro di me? Oddio e ora che faccio?mi sposto, ci sto, mi giro, gli dico no.. devo essere pazza non l’ho mai visto prima. Arretro lentamente e mi premo contro di lui. Inebriante il suo profumo, sento il suo fiato caldo sul collo, ma questo cavolo d’autobus non frena mai bruscamente? Non serve, mi sfiora la mano, contatto di pelle.. mi viene un brivido. Mi accarezza i capelli, li lascia mi prende il mento costringendomi a guardarlo e con quegli occhi micidiali mi dice di seguirlo. ‘Vieni’ Solo una parola, con un potere devastante dentro di me, ho i brividi sento di non riuscire a sottrarmi sarà un fachiro? Non importa, sono inspiegabilmente eccitata, impaurita stordita dal suo profumo. Mi prende per mano mi tira dietro di sé e scendiamo alla prima fermata. Piove, siamo senza ombrello ma io non sento nulla se non questo calore che sento infiammarmi il corpo, non una parola sono i passi sulla strada. Devo essermi bevuta il cervello, seguire un uomo che non conosco e chissà dove mi sta portando, se fosse uno psicopatico?no, sarei pazza se non lo seguissi, se non accondiscendessi a questo primordiale istinto e non seguissi il suo odore. Si ferma all’improvviso davanti ad un portone, cerca le chiavi, non una parola, io sono ferma, immobile, fissa su di lui come non esiste altro, un minuto e siamo dentro. 
Non una parola, mi prende per mano mi porta attraverso un lungo corridoio, pochi scalini, un’altra porta, rumore di chiavi ,il cuore mi scoppia, la chiave entra, gira la serratura la porta si apre, noi siamo dentro. Luce soffusa non un attimo per rendermi conto di nulla, mi preme contro il muro, le sue mani sono dappertutto la sua lingua ovunque, non ragiono più lo voglio, voglio essere sua. Ora. Si ferma di colpo si allontana un po’, comincia spogliarsi e mi guarda. Faccio per avvicinarmi, mi allontana, faccio per parlare, mi zittisce con un bacio.. lungo, languido, bagnato. Vorrei premermi contro di lui vorrei leccarlo, vorrei succhiarlo, vorrei assaggiarlo. Mi allontana. Sono confusa non capisco, lo guardo interrogativo, un passo deciso e sono nuovamente contro la parete. Mi blocca i polsi in alto comincia a leccarmi il collo , piccoli morsi, mi farà morire così, faccio per muovermi non me lo permette lo lascio fare come avvolta da fili invisibili rimango completamente immobile. Si scosta un istante mi slaccia il cappotto, le sue mani sulle mie gambe, mi accarezza il bordo dell’autoreggente, brividi.. si ferma, lo tira, lo lascia, corre sul perizoma meno di un sec e sono nuda. Si scosta e mi guarda. Sono imbarazzata eccitata, si avvicina .. ‘non muoverti’ mi dice. Si inginocchia tre le mie gambe sento le sue dita allargarmi e la sua lingua voracemente si nutrirsi di me. No, non mi sta leccando, mi sta divorando, prende tra i denti il mio clitoride che sembra impazzire e lo stringe, sussulto, mi sta facendo male, resto immobile e lui pure con il mio mondo tra i denti. Tremo. Lo lascia, comincia a succhiarlo e leccarlo lentamente, le sue dita si insinuano dentro di me, una due, tre, sempre più forte, sempre più in fondo, vorrei urlargli di prendermi ma non posso neppure muovermi. Vibro. Si ferma di colpo si scosta. Adesso lo ammazzerei. Ho voglia di succhiarglielo, mi avvicino, mi allontana, una, due volte, ma che fa? ’Ti prego.’ sento le parole uscire da me come non mi appartengano sono solo eccitata non sento altro. ‘No ‘ secco il suo rifiuto Mi viene quasi da piangere non capisco. Abbasso gli occhi, un istante, si avvicina lentamente mi sfiora le labbra con un dito mi bacia profondamente, la sua lingua mi penetra e mi invade golosa. Riconosco i miei umori, la mia eccitazione e questo mi stordisce ancora di più. Vestito, non mi permette neppure di avvicinarmi, perché? Lo voglio. Si ferma mi guarda, mi gira velocemente, le sue mani sulle mie contro la parte, si striscia a me, sento il suo turgore, neppure il tempo di respirare, sento le sue mani sulla mia carne, entrano ovunque, gemo, mi striscio contro di lui come una gatta in calore, mi sta facendo morire. Si ferma, una pausa lenta un eternità e lo sento entrare profondamente nelle mie viscere. Non capisco più nulla, è l’apoteosi, si muove velocemente dentro di me, si ferma, rallenta, riprende dolcemente, e spinge, spinge sempre di più, sto per urlare, per gridargli contro il mio piacere, lo sento gemere sento le sue contrazioni, sto per godere, mi escono parole senza senso, gemiti, parole soffocate e godo.. tremendamente, mentre lo sento riempirmi e premersi ancora di più dentro di me. Gode.. il suo corpo freme il suo respiro soffocato si fa più forte i suoi gemiti sono urla, gode.. e si accascia contro di me. Rimaniamo così, incapaci di pensare, parlare, interrompere. Lo sento scivolare giù da me, si scosta ,mi accarezza, si ricompone. Sono ancora stordita. Mi rivesto, lo guardo, mi bacia dolcemente. I nostri occhi si fondono.. Grazie mi dice.. grazie gli dico… Un sorriso e sono fuori da quella porta, fuori da quel paradiso. Sento una profonda gratitudine per …per…?!…?!? Ma come si chiama ? non gliel’ho neppure chiesto. Non importa, i suoi occhi rimarranno scolpiti nella mia mente più di mille lettere a dar coro a mille parole. 
Justine, agosto 2005

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