Hanno condiviso le mie parole

venerdì 29 agosto 2014

LE CAVIGLIERE

Le cavigliere s’intravedono appena, il vestito lungo fino ai piedi le lascia appena intuire ad ogni passo, a piedi nudi attraverso la piazzetta stretta dalle tue braccia.
Il locale d’angolo brilla alle luci delle torce, il brusio della gente aumenta mentre ci avviciniamo, so che osservi le mie reazioni, ho accettato la tua sfida e sono divertita.
Dentro, al bancone, seduta sullo sgabello, lascio che ordini anche per me mentre accavallo le gambe guardandomi in giro.
Il piede nudo dondola piano al suono della musica. Le cavigliere sono pesanti, d’argento brunito, massicce ed ora le indosso, agli occhi di tutti, ma solo per te.
La tua mano mi avvicina il bicchiere alla bocca, ne assaggio un sorso, ti sorrido, scendo dallo sgabello, ti bacio e lascio colare il liquido tra le tue labbra e senza guardarti inizio a ballare, lì, vicino, quasi sfiorandoti col vestito. Sei divertito gli occhi ti brillano. So che stai per chiedermelo. Un cenno impercettibile e quasi senza muovere le labbra lo sussurri…
Le mani sui fianchi e aggancio l’elastico, muovendomi li faccio scendere piano, giù, sempre più giù, fino a che in un soffio gli slip cadono ai miei piedi.
Ti chini, mi sollevi prima un piede e poi l’altro, li chiudi nella mano e li fai scivolare nella tasca della giacca.
Mi prendi una mano e andiamo a sedere.
Con le dita mi sfiori le gambe, sento la stoffa salire e il tuo tocco sulla pelle, siamo vicinissimi, sento il profumo della tua pelle e la mano che sale ancora. Bevo, quasi senza respirare. Continui a carezzarmi, come fossimo soli, è quasi buio, solo le candele illuminano la stanza.
E bevo ancora e chiudo gli occhi con un sospiro e tu smetti e mi passi le dita sulle labbra e sorridi e io ti guardo e improvvisamente mi alzo, ti prendo per mano e ti porto fuori.
C’è un portone, accanto, aperto, entro quasi tirandoti.
Mi appoggio al muro, le tue mani sul viso, i tuoi sussurri nelle orecchie, il tuo corpo contro il mio, ti aggancio con una gamba per averti ancora più addosso, mi sollevi i capelli baciandomi il collo, la lampadina dell’androne spande la sua luce fioca su di noi.
Mi fai girare, le mani appoggiate in alto, la tua mano apre la cerniera del vestito, mi accarezzi la schiena e fai scorrere la lingua, sento le gambe tremare, mi sollevi il vestito, le mani sui fianchi mi attirano a te, sono chinata in avanti e tu ti appoggi a me, il viso nei capelli, il tuo respiro caldo.
Ti rialzi e ti allontani, sento che mi guardi per attimi che sembrano infiniti e poi sei ancora vicino, le tue mani mi guidano verso di te, ti appoggi appena e ti sento entrare in me, piano, piano, sempre di più e sei dentro, in fondo, i respiri profondi e non ci muoviamo quasi, così come piace a me.

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