Hanno condiviso le mie parole

lunedì 30 gennaio 2012

UNA GOCCIA DI CERA


Una goccia di cera,solo una goccia di cera. I tuoi occhi che mi regalano la sorpresa, il desiderio, il timore, la brama, l'incertezza per quello che ti ho proposto, per quel gesto di complicità che ti ho detto: solo una goccia di cera, quello ti avevo chiesto, sentire l'effetto di quella goccia colata sul tuo seno.
Ne avevi paura e desiderio al tempo stesso. Perchè? mi avevi chiesto timidamente, quasi temendo di infastidirmi e deludermi, che senso ha? Perchè lo vuoi fare?
E mi tornavano in mente le nostre discussioni su quello che era il gioco della dominazione, dell'appartenenza, di quello che era il rapporto tra chi esegue e chi subisce. Avevi sognato i nastri di seta rossa che stringevano i tuoi polsi, leggeri ed impalpabili, ma che serravano i polsi.
Avevi desiderato il nastro di seta dello stesso colore carminio che avrebbe coperto i tuoi occhi, che avrebbe annullato la tua vista.
I tuoi perchè, piccole domande che non erano curiosità da svelare, non erano dubbi, non erano incertezze, era il desiderio di andare avanti in quel percorso che ti avevo fatto immaginare.
Solo una goccia di cera. Sentirai l'attesa di quella goccia, il tuo corpo nudo, offerto, sentirai il tempo che trascorre come se fosse tumulto e come se fosse incitamento alla passione, avvertirai l'eccitazione, il piacere che si compie. I tuoi seni nudi, espost, pronti per raccogliere quella goccia di cera. Immaginerai il colore che ho scelto per te, il colore di quella cera, ripercorrerai il tuo percorso che ti ha portato a desiderarla, a volerla. Solo una goccia di cera, come io ti ho chiesto, per lasciarla assaggiare dal tuo seno, per sentire il brivido mentre lo colpisce, per scoprire quel morso, tenero e silenzioso.
Solo una goccia di cera...
Ed ora sei nuda davanti a me, gli occhi coperti dal nastro di seta, i capelli lisci e morbidi che cadono sulle tue spalle, le mani dietro alla schiena,sei in piedi, le tue gambe sono divaricate il seno che sporge in avanti, che mi sfida, che sfida quella goccia di cera, impavida, come per dimostrarmi il tuo volere, il tuo averla accettata... ed ora puoi vivere l'attesa, puoi sentire il colore della fiamma, il profumo di quella cera che si scioglie, il mio respiro che si mescola con il tuo, anime diverse che riempono lo spazio di quella stanza... solo una goccia di cera.
Non saprai dove colerà, non saprai quando colerà, solo l'attesa, solo la mia voce che ti culla, ti tranquillizza.
Eccola  la tua goccia... un tempo enormemente lungo tra il suo staccarsi dalla candela e cadere sul tuo capezzolo con una precisione inimmaginabile, come se fosse stata guidata, come se essa stessa sapesse dove dover cadere. é come sentire una stilettata, un colpo improvviso, come se volesse bruciare la carne, morderla, penetrare dentro di essa, scavarla. Il tuo corpo ha un fremito improvviso, una sorta di contorsione involontaria, come se il tuo corpo avesse recepito... il respiro che sembra strozzarsi, trattenuto come per gustare il momento. Voler gridare per il dolore che si immaginava e scoprirne invece il piacere. la sorpresa di come quel morso concede il piacere, di come tutto sembra trasformarsi e completarsi, come se lo avessi sempre desiderato, come se fosse il coronamento di un desiderio mai confessato. La cera si ferma, la goccia è deformata, come allungata verso il basso, ricopre il tuo capezzolo come se lo volesse catturare... si solidifica, tira leggermente la carne, la imprigiona.
Bacio le tue labbra, le lecco piano con la mia lingua, movimenti delicati ed impercettibili della mia lingua che scorre sulle tue labbra.... apri quelle labbra come per comunicarmi il tuo desiderio ed ora la tua tocca la mia, la cerca, la desidera. E in quell'abbraccio di lingue che conoscono alla perfezione l'arte della sensualità , del dare e prendere, del vincere ed essere vinti, tu mi sussurri semplicemente... ancora.... ancora.

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